Riflessione assolutamente giusta e condivisibile.
Un tema che deve essere affrontato come priorità, tra i numerosissimi problemi che oramai abbiamo accumulato in questi anni. E non voglio trovare responsabili, perchè sarebbe come sparare alla croce rossa.
Se vogliamo pensare attuare una politica di residenza, e non solo di turismo, dovrà necessariamente essere presa in considerazione quello che hai detto.
Non è certo un obiettivo facile, per tanti e ovvi motivi. Primo fra tutto reperire i fondi. Trovare il luogo ecc.
Penso che non occorra un mega progetto, ma anzi qualcosa che dia anche una possibilità di lavoro per i giovani. Una cosa che possano "costruirsi", "progettare", anche dalle prime fasi.
Secondo me loro hanno bisogno solo di aiuto, fondi, esempi. Idee progetti e forza lavoro sono cose che dobbiamo e devono trovarle tra loro.
Non dobbiamo fare l'errore di costruire una cosa perfetta, nella quale i giovani farebbero fatica a immedesimarsi. I loro spazi devono poter dare loro la possibilità di fare, di sbagliare, di correggersi. Altrimenti la vita non si impara.
Basta dare loro una ossatura. Una struttura grezza, progettata da loro, tra i più grandi magari, ma a disposizione sia dei ragazzi, degli adolescenti e dei pià grandi che sono in attesa di un lavoro.
Tra i più grandi si potrebbe costituire una struttura sociale (cooperativa, altre forme) in modo che possa essere anche una prima esperienza lavorativa, guidata ed aiutata anche da adulti. Una forma di "traghetto" tra la vita da studente ed il mondo del lavoro. Che possa aiutarli nel superare quel gradino, che oggi è sempre più alto, che c'è nel passare nella vita lavorativa. E non è solo colpa della crisi.
Credo che luoghi ce ne possano essere. Una volta si chiamavano "Casa del Popolo", "Catechismo", "sede" in salita don ansaldo. Solo per citare esempi del centro. Quelli che conoscevo e quelli che mi hanno permesso di essere quello che sono. Di imparare, di sbagliare, di avere relazioni con gli amici, con gli altri. Di discutere. Di scappare delle volte anche dalla realtà. Di costrire qualcosa. Perchè non c'è cosa più utile per imparare, di costruire un progetto, un'idea. Un campo da tennis, un campo da bocce, una sala per suonare, una cucina ed uno spazio per fare delle feste, ridere scherza e crescere. Ecco queste cose io le ho fatte, isieme a tanti altri amici. Abbiamo fatto gli stupidi. Abbiamo guardato le partite della nazionale. Abbiamo suonato. Abbiamo "diversamente acquistato" materiali per fare un campo da tennis e poi trasformarlo in campetto da calcio. Organizzato tornei. Abbiamo suonato alle port per chiedere aiuto, fondi e sostegno. Abbiamo imparato a chiedere ai nostri gennitori i consigli, per poter fare i nostri esperimenti. Abbiamo fallito alcune volte, ma alla fine siamo cresciuti.
Ecco perchè dico che ci vogliono spazi e non regole. Aiuti e non ordini. Fondi e non cose fatte. Condivisione e non controllo. Pazienza e non risultati.
Dobbiamo credere in loro, e non pretendere.